Rispetto alla fotografia l’immagine dei pianeti è migliore nell’osservazione visuale. Questo perché con la fotografia la posa su di un pianeta è sempre di qualche secondo e ciò porta la turbolenza dell’aria ad impastare i dettagli, mentre l’occhio percepisce molto bene l’immagine in una frazione di tempo molto minore.
Questo però valeva quando si faceva una unica ripresa del pianeta; adesso si sommano assieme centinai di frame, con il risultato di immagini planetarie spettacolari.
Per gli oggetti Deep Sky, bisogna dire che le immagini che illustrano i libri sono molto fuorvianti, perché fanno apparire le nebulose e le galassie come oggetti ben dettagliati, molto densi, ed a colori creando così una forte aspettativa in chi muove i primi passi e che molto spesso si convince di poter vedere gli oggetti così come sono raffigurati. In realtà l'osservazione visuale è nettamente diversa, in un certo senso più "povera": le galassie e le nebulose, appaiono come delle sfumature poco dettagliate, evanescenti e, soprattutto, non a colori. Il nostro occhio non può effettuare pose come una macchina fotografica e perciò l'immagine che vediamo è molto più scarna. Con una fotografia, invece, o con una ripresa CCD a lunga esposizione, il soggetto si rende più visibile e meglio dettagliato.
Questo non toglie che la soddisfazione di scorgere, magari al limite della visibilità, un oggetto distante milioni di anni luce è notevole.
Attenti perciò alle eventuali "delusioni"... e un grazie a chi mi segnala un libro su cui è scritto ben chiaro tutto ciò.