MEADE LX200
(pagina realizzata nel 1999)
 
 
Dopo aver militato per anni con un 114 di marca sconosciuta ed un binocolo, ho fatto il grande salto passando, nella primavera del 1997, al Meade LX200 da 25 cm. Quando l'ho visto per la prima volta nel negozio dove l'ho comprato ho avuto dei dubbi sulla mia capacità di sollevamento pesi... Sul catalogo risultava intorno ai 26 Kg la parte più pesante da sollevare (tubo e forcella), ma a vederlo sembrava molto di più. Quanto pesa effettivamente? Se cliccate qui lo saprete.
Ovviamente quando lo si porta in giro non lo si butta in macchina, ma ci vuole un imballo che inevitabilmente aumenta di qualche chilo il peso da sollevare. La Meade, nota soprattutto per i numerosi accessori di serie (...), fornisce con uno strumento del genere solo uno squallido scatolone di cartone e così, grazie all'aiuto di un mio amico astrofilo, nonché valente meccanico di precisione Fabio Moschini, abbiamo costruito una cassa un po' più all'altezza dello strumento. Essendo di metallo il peso è aumentato, ma con un carrellino a sei ruote (tre per parte) sono sempre riuscito a fare la rampa di scale di casa mia.
Il telescopio mi ha dato molte soddisfazioni: ricordo ancora la mia meraviglia nel vedere così ben evidente M57 o, più avanti (dopo aver preso i filtri LPR), la nebulosa velo nel Cigno.
L'elettronica è notevole in questo strumento; la versione 3.35 funziona più che bene, anche se c'è ancora qualche errore nelle coordinate di qualche oggetto. Mi domando perché la Meade non dia la possibilità, collegando un computer al telescopio, di editare la memoria interna. Non mi intendo di elettronica, ma non credo sia un lavoro enorme. In molte tastiere musicali elettroniche, ad esempio, non solo si possono variare i suoni interni direttamente, ma si può tornare alla situazione iniziale preimpostata dalla fabbrica premendo una determinata sequenza di tasti. Non sarebbe male avere la stessa possibilità qui, no? Già nello Skysensor c'è qualche cosa di simile.
Sui depliant sono descritte solo alcune delle numerose funzioni dello strumento; il manuale di istruzioni è in italiano e tutto sommato abbastanza ben fatto. Peccato che dimentichi di descrivere qualche INDISPENSABILE funzione. Andate sul sito di Marco Favero (vedi la sezione link) e date una letta a certe possibilità molto utili in determinate situazioni come la seguente:
per un uso altazimutale le forcelle possono risultare corte se vengono applicati accessori "lunghi" alla culatta del telescopio. Premendo il tasto Goto, che fa muovere velocemente il telescopio puntando l'oggetto richiesto, si può andare a sbattere con gli accessori nel basamento del tele specie se l'oggetto è nei pressi dello zenit e se questo succede si sentiranno i motori "urlare", correndo in questo modo il rischio di rovinare il motore di declinazione; sicuramente si sarà comunque persa la posizione e bisognerà rifare lo stazionamento a due stelle. La cosa non è evidentemente molto importante se le funzioni (che sono addirittura due) per evitare questo ..."piccolo disguido" non compaiono nel manuale di istruzioni!
 
 
 
STAR TEST E PROVA  
 
In una notte con seeing non ottimo abbiamo effettuato le prove delle immagini intra ed extra focali sia del Meade che del Celestron (il Meade è di Fabio Moschini e posso considerarlo un gemello del mio non solo per la qualità ottica, ma anche per il periodo di produzione, ottobre 1996, che è lo stesso per entrambi).
Come sempre abbiamo lasciato equilibrare la temperatura e verificato il perfetto allineamento delle ottiche. Dopo circa quattro ore abbiamo effettuato lo star test.
Le immagini intra ed extra focali erano QUASI uguali. Non posso dire che fossero perfettamente identiche, perché c' era una leggerissima differenza. Gli anelli apparivano ben tondi in entrambe le posizioni. Abbiamo notato che il tipo di immagine intra ed extra focale era perfettamente uguale sia nel Meade che nel Celestron.
Abbiamo anche provato il focus shift: nel Meade era molto evidente (praticamente assente nel Celestron). La cosa però non fa testo, perché nel Celestron il focus shift è stato corretto dal precedente proprietario, mentre nel Meade deve essere ancora messo a posto. Questo mi dà da pensare una cosa: non potrebbero le due ditte (e quanti altri costruiscono S.C. simili) dedicare più attenzione a questo problema che è perfettamente risolvibile con poca spesa ed un po' di buona volontà? Non è molto bello per noi astrofili dover andare a smontare la lastra correttrice per mettere mano alle parti che producono lo spostamento dell'immagine. Se non altro potrebbero evitare di mettere in commercio quegli esemplari nati con un focus shift elevato. I test che tanto sbandierano per garantire la qualità del telescopio, secondo me non vengono effettuati o perlomeno non sul telescopio in generale: se fossero fatti veramente a me non sarebbe capitato un Meade LX200 con il motore di A.R. da cambiare (pensate che bello mandarlo in riparazione appena comperato...) e questo esemplare che abbiamo testato, con un focus shift del genere, sarebbe stato riparato prima di metterlo in vendita.
 
 
 
CONCLUSIONI  
 
L' LX200 è risultato un buon telescopio con una buona ottica (a parte il problema della messa a fuoco). Ci sono però dei difetti CHE NON DOVREBBERO ESSERCI.
Inoltre, alcune scelte di realizzazione del software, oltre a quello che ho già scritto precedentemente, mi lasciano assai perplesso: il fatto, ad esempio, che spegnendolo si perda la posizione dello strumento (tranne che nel mastodontico 40 cm), e che vengano azzerati alcuni dei parametri editabili. Io mi aspetto che la Meade aggiorni la versione del software al più presto, visto che con le serie ETX e DS è presente una pulsantiera extra con funzioni tipo LX200 ma con maggiori possibilità(*), anche se con un database di oggetti minore. Già il solo Skysensor della Vixen possiede alcune cose interessanti, riprese nell'ETX, che varrebbe la pena di avere anche sull'LX200.
 
(*) Nel 2001 effettivamente è uscito il nuovo LX200 GPS con pulsantiera tipo ETX.
Che quelli della Meade abbiano visitato il mio sito??? :-)))