BINOCOLO NEXUS II 100 ED
(pagina realizzata in ottobre 2010)
 
 
Era tanto che volevo acquistare un binocolo un po' "grande" e mi sono deciso per questo Nexus, anche dietro il parere di Binomania. Ho però voluto aspettare che uscisse il nuovo modello con il blocco degli oculari (intercambiabili) differente.
Nella precedente versione era presente un anello che si autoregolava bloccando l'oculare ma a quanto pare, in special modo con il freddo, tendeva a rompersi e comunque non mi convinceva più di tanto.

Il binocolo, con visione a 45°, arriva in una bella valigetta e, devo ammettere, che aprendola per la prima volta si rimane piacevolmente sorpresi dal binocolo e dalle sue dimensioni. L'impressione di "solidità" è notevole.
Per sostenere un tal strumento mi sono lasciato consigliare da Tecnosky che mi ha suggerito un ottimo treppiede leggerissimo ma robusto e stabile ed una buona forcella.
Devo dire che speravo di avere uno strumento "perfetto" nel senso di non doverci mettere mano, ma abbiamo dovuto lavorarci un pochino. Niente di grave ma sarebbe meglio risolvere il problema a monte, anche se è da tenere ben presente che il binocolo non è completo di forcella e treppiede, ma questi sono da acquistare a parte e sono di una altra marca.
 
 
I PRIMI PROBLEMI... PRONTAMENTE RISOLTI  
Per unire il binocolo alla culla della forcella è presente una sola vite (facente parte della dotazione della forcella) totalmente inadeguata allo scopo per due motivi:
- è (come avete visto) piccola da maneggiare, cosa che dà l'impressione di non riuscire a serrarla bene (come poi effettivamente è)
- non riesce da sola a tener fermo il binocolo, lasciandolo muovere, con la vite che fa da perno, nel verso destro/sinistro all'interno della culla.
Il problema si risolve, ovviamente avendo in dotazione due viti che così impediscono la rotazione.
Ma le viti in dotazione sono una soltanto, ma anche fossero due sorge subito un' altro problema: la culla ha una serie di fori equidistanti per poter montare il binocolo nella posizione più bilanciata possibile (nella foto è presente anche l'asola, contrassegnata dalla freccia, realizzata successivamente ma che in origine era composta da due fori). Ebbene, anche se sul binocolo sono presenti due fori filettati, questi non si riescono a far coincidere con due fori qualsiasi della culla. Nella foto si vedono anche due asole laterali inutilizzabili, mentre il foro centrale segnato dalla freccia nera serve per infilare il cacciavite per svitare la vite sottostante
Se si avvita una sola vite, l'eventuale seconda vite trova il corrispondente foro filettato sempre non coincidente con un qualsivoglia foro della culla. La soluzione è stata perciò quella di "asolare" uno dei fori, in maniera da far si che la seconda vite potesse centrare il foro filettato. Oltre a ciò il buon Fabio mi ha dotato di due viti nettamente migliori oltreché più pratiche nell'uso.

Vediamo adesso i singoli pezzi.  
 
IL BINOCOLO  
- L'impressione iniziale di solidità dà anche l'impressione, non certo errata, di una notevole cura costruttiva.
Un po' di cose sparse:
- Non è dato da sapere, ufficialmente, la lunghezza focale dello strumento. Il manuale di istruzioni riporta una, direi impressionante, serie di dati, dimenticandosi (o perlomeno non l'ho trovata) della lunghezza focale. Su Internet si trova un valore di poco più di 500 mm. Non si può neanche ricavarla dalla focale degli oculari (dato che è venduto come 20 e 40 ingrandimenti), perchè il 20 è sostituito da una coppia di oculari della Tecnosky che ha giudicato gli orginali non alla altezza (ottimo!) e pertanto potrebbero essere leggermente differenti dagli originali, mentre quelli che sviluppano 40 ingrandimenti non hanno una scritta a morire.
- Non sono in dotazione dei tappi, lato portaoculari e pertanto è necessario riporre il binocolone nella sua bella valigia con gli oculari montati i quali hanno invece i loro tappi (però solo quelli della Tecnosky, gli originali hanno esclusivamente il tappo inferiore). Bisogna inoltre fare attenzione a montare gli oculari più piccoli possibili (piccoli nel senso proprio delle dimensioni), perchè altrimenti con oculari "alti", nel riporlo, oltre a sporgere troppo rendendo così problematica la chiusura della valigia, non farebbero adagiare bene il binocolo nella sua sagomatura.
- I tappi anteriori sono di plastica ed hanno una preziosità costruttiva ammirevole: le quattro alette che si incastrano nei paraluce sono ricoperte di un materiale vellutato.
- La lunghezza totale del binocolo è di 49 cm, mentre con i paraluce estratti sale a 54 cm.
- Il peso del binocolo, è tra i 6 ed i 7 kg (la mia bilancia arrotonda al 1/2 kg), contrariamente a quanto riportato sul manuale che indica 9 kg.
- Il sistema di bloccaggio degli oculari mi è sembrato un po' macchinoso, meglio del precedente sicuramente, ma a mio parere potevano facilitarsi la vita con la semplice vite (o doppia vite) o, meglio ancora, la doppia vite che stringe un lardone come ad esempio nei Baader MaxBright. Non sarebbe stato esteticamente piacevole, ma semplicemente più pratico.
In pratica all'interno del gruppo di bloccaggio dell'oculare c'è un anello in Teflon tagliato che si chiude serrando la ghiera (nella foto, a sinistra è aperto, a destra è chiuso). Questo anello però, da solo, non è sufficiente a trattenere gli oculari e perciò, in aggiunta, è stato inserito in una scanalatura interna retrostante gli anelli in Teflon, un ORing che qui vedete leggermente estratto dalla sua sede. In dotazione vengono dati anche degli ORing di ricambio.
Il meccanismo funziona, però bisogna far attenzione quando si inseriscono gli oculari che l' ORing non sia uscito dalla sua sede ed è inoltre meglio, a quanto risulta ad altri astrofili, usare oculari che abbiano il barilotto privo della scanalatura che normalmente permette un presa più sicura alla vite di bloccaggio dei portaoculari astronomici.
Come vedete se optavano per il sistema della vite, secondo me era meglio.
- Per la distanza interpupillare ci si appoggia alle due sporgenze poste sotto la zona portaoculari per avere una buona presa durante l'operazione. Il compasso superiore che collega i due portaoculari facilita il posizionamento simmetrico degli stessi. Il movimento è preciso e duro al punto giusto.
- La messa a fuoco è individuale per ogni oculare. Nella foto la freccia rossa indica la ghiera di messa a fuoco, mentre la verde indica la ghiera di fissaggio degli oculari. Ricordo che in un Miyauchi la messa a fuoco era opposta tra un oculare e l'altro, cioè per l'oculare di destra si ruotava in un senso, mentre per l'oculare di sinistra nell'altro. Qui invece sono tutte e due nello stesso senso.
 
 
LA FORCELLA  
- La forcella è, non so come dire, forse il pezzo meno riuscito dei tre.
Si compone di due pezzi: la forcella vera e propria e la culla per un peso totale di circa 3,5 kg (1,5 kg di culla ed il resto di forcella). La forcella, inclinata, la si monta sul treppiede, mentre la culla va fissata al binocolo. Poi, in maniera molto semplice, non si fa altro che appoggiare la culla negli incavi della forcella. Il movimento in Azimut si svolge su di un grosso cuscinetto, così come entrambi quelli di Altezza.
- Il meccanismo di frizionamento in Altezza è quanto di più semplice ed efficace abbia visto.
Sulla culla, esternamente, sono montati i due gruppi oscillatori di cui uno solo, quello di destra, ha a che fare con la frizione. Entrambi i due gruppi possono essere montati più in alto o più in basso sull'ala della culla.
Sulla forcella di destra è montato il gruppo frizione che altro non è che una specie di ganascia in Teflon. Inserendo la culla sulla forcella il rondellone di destra va ad inserirsi dentro alla scanaltura contrassegnata dalla freccia nella precedente foto. Poi con la vite si stringe o si allenta la ganascia che premendo contro il rondellone agisce così da frizione.
- Semplice anche la frizione in Azimut. Ruotando la manopolona centrale si sblocca/blocca la rotazione in azimut.
- Un peccato che per riporre il binocolo nella sua valigia, bisogna ogni volta togliere la culla. Poterla lasciare montata, avrebbe reso le già veloci operazioni di montaggio, ancora più veloci.
 
 
IL TREPPIEDE  
E' meraviglio questo treppiede. In soli 4 kg, sacca compresa, è racchiuso un treppiede leggero ma robusto che si estende dai 64 cm alla minima altezza, passando ai 147 cm con le gambe alzate al massimo, per arrivare ai 174 cm con la colonna centrale completamente alzata. Difatti non v'è alcun problema per il puntamento di oggetti nei pressi dello zenit (scusate la mia presenza in foto): ci si arriva perfettamente anche stando in piedi.
Il montaggio della forcella sul treppiede è semplice. Qui vedete il sotto della forcella con la parte che andrà avvitata al treppiede e qui vedete i due pezzi uniti, con la freccia che separa il treppiede dalla forcella. La manopolona che si usa per la frizione in Azimut serve anche per avvitare la forcella al treppiede. Avendo questa duplice funzione, serve un po' di attenzione durante l'uso al fatto che, se la frizione in Azimut è stata precedentemente serrata in maniera molto forte, mollando la frizione si può correre il rischio di svitare la forcella dal treppiede; caso raro ma possibile.
Infine alcune preziosità costruttive anche qui:
- nella parte alta delle gambe sono presenti dei rivestimenti in gomma che rendono più sicura e meno fredda la presa del treppiede.
- la filettatura in cima del treppiede è protetta da un tappo. Anche se probabilmente è il primo accessorio che perderò, è piacevole questa cura del particolare.
- la manovella (con vite di blocco) che alza la colonna centrale esegue il suo lavoro senza sforzo, anche con il binocolo montato.
- completa il treppiede una bolla.
 
 
LE PRIME IMPRESSIONI D'USO  
Veniamo alla parte più importante, ovvero all'uso. Premesso che ovviamente da quando l'ho preso è brutto tempo, ho finora svolto solo alcune prove diurne.
- La prima cosa che si nota è che il binocolo deve essere perfettamente livellato ("in bolla") e bilanciato. Questo per far lavorare meglio le frizioni. Se non è ben livellato, tenendo la frizione al minimo, la forcella tende a ruotare su stessa per trovare il punto di equilibrio in Azimut.
In Altezza è altrettanto importante la bilanciatura perchè (come penso normalmente si faccia) tenendo le frizioni appena un poco strette e muovendo il binocolo, è possibile lasciarlo nella posizione trovata senza che si muova, solo se è perfettamente bilanciato, altrimenti, il binocolo ruota in avanti verso gli obiettivi o indietro verso gli oculari a seconda di come è sbilanciato.
Non si riesce però a trovare una posizione di aggancio alla culla che sia perfettamente bilanciata. Senza tappi e con i paraluce in funzione si è sempre leggermente sbilanciati o in avanti o indietro a seconda di come lo si aggancia sotto. E' il caso perciò di prevedere dei piccoli contrappesi scorrevoli.
- Una altra cosa che ho notato, è che non si sente il bisogno di un cercatore, ma se la maniglia fosse stata sagomata in maniera differente, con delle tacche o con una scanalatura centrale, avrebbe potuto benissimo diventare una specie di mirino che, tutto sommato, in certe situazioni farebbe comodo. La maniglia è smontabile, perciò volendo...
- Gli oculari in dotazione sono due (due coppie ovviamente):

Eccoli qui riuniti.
Forse i 65 ingrandimenti sono po' tantini, ma comunque ancora usabili. Probabilmente una coppia di oculari che diano una trentina di ingrandimenti potrebbero essere una buona quarta scelta.
Come si vede, a parte il 26 mm, gli oculari Tecnosky sono molto contenuti in dimensioni, con una buona pupilla di uscita, 60° di campo e con la conchiglia superiore che si alza e si abbassa di un po'. Piccole cose molto apprezzate.
Usando specialmente proprio la coppia da 8 mm salta subito all'occhio come il punto di messa a fuoco sia in una posizione ben precisa, secca. Basta andare di poco oltre o fermarsi un attimo prima, perchè l'immagine appaia sfocata. Immagino che se questa cosa è indice di una buona lavorazione nei telescopi, lo sia anche per i binocoli.
- Il residuo cromatico di giorno è visibile, contenuto ma visibile. Ho fatto una prova credo "al limite", con un soggetto illuminato su sfondo bianco e l'alone era visibile. Devo però ancora fare delle prove, con tutti gli oculari.  
 
Bene, in attesa di fare altre prove diurne e notturne, la mia prima impressione è che questo binocolo sia un ottimo strumento, soprattutto considerando il prezzo che, attualmente, è proposto a meno di 1000 euro (solo corpo). Solido, di buona costruzione meccanica, ben rifinito e, nel mio caso, accompagnato da un ottimo treppiede, ma da una migliorabile forcella, di cui vi parlerò prossimamente, intanto che ci lavoriamo un po' su. Rimangono delle piccole cose da aggiustare (la più urgente sicuramente quella delle viti di assemblaggio alla culla), ma poi si fa "perdonare" queste cosucce con visioni stupende del territorio e, immagino, anche del cielo. Ho sempre odiato M31 (immagino che qualcuno non sarà daccordo): al telescopio non mi è mai piaciuta e mi sono sempre chiesto perchè diavolo la galassia meglio visibile ad occhio nudo (escluse le nubi di Magellano), doveva proprio orientarsi sulla trequarti, invece che di faccia o magari perfettamente di taglio: allora sì che con il telescopio sarebbe stata spettacolare. L' ho sempre apprezzata osservandola con il binocolo e immagino che, con questo binocolo, diventerà ancora più spettacolare. Vi farò sapere.
 
 
AGGIORNAMENTO DEL 31 OTTOBRE 2010  
Finalmente siamo riusciti a fare una bella serata di osservazioni assieme ad un altro binocolo, un "vecchio" Miyauchi 20x100, tanto per avere un confronto.
Prima di passare ai pregi, una piccola cosa che abbiamo subito notato nel mio, era una immagine fantasma di Giove (non fastidiosa, ma presente) data dallo scafo di destra: non erano gli oculari, nè tantomeno dei riflessi esterni. Per il resto...
Per il resto posso dire che questo binocolo è... fantastico. Immagini puntiformi, messa a fuoco (come avevo già rilevato) molto precisa, quasi difficile a volte, tanto è secca e ben definita. Del Miyauchi (da collimare) ho invidiato solamente la messa a fuoco molto più dolce, ma nient'altro; oculari intercambiabili, buona brandeggiabilità, rendono questo Nexus uno strumento veramente ottimo.
Abbiamo inoltre ulteriormente notato i limiti della culla che rendono i 65 ingrandimenti (che il binocolo reggerebbe perfettamente) poco usufruibili. Ci sarà da lavorarci su.
Purtroppo quella sera non ho portato con me gli oculari da telescopio che possiedo, tanto per provarli (singolarmente dato che non ne è ho certo due per tipo...) e vedere come si può ampliare il campo.
Finalmente ho visto M31 come Dio comanda e che mi ha dato l'impressione di essere ancora più grande del campo inquadrato. Potrei fare due conti per vedere se così è effettivamente, ma preferisco tenermi questa "piacevole" impressione. La Via Lattea era strepitosa, così come M57, intravista tra le due stelle in basso del rettangolo della Lira, che tenevo in campo contemporaneamente (!), M27 si distingueva perfettamente anche se, ovviamente, la visione telescopica, più grande, è decisamente migliore. E poi spaziando in lungo e in largo in cielo sono "caduto" su M15, vicino a Enif, ed è stato un bel vedere, anche se piccolo e non risolto in stelle. M13 era già tramontato, un peccato non poterlo confrontare. Anche Giove ha riservato delle piacevoli visioni, specialmente con i 65 ingrandimenti nonostante la difficoltà di messa a fuoco a causa del traballare del supporto. Era comunque presente un residuo cromatico, ma che non disturbava la visione della fascia. In campo anche i quattro satelliti, una volta tanto in fila tutti da una parte nell'ordine giusto. Io, Europa, Ganimede e Callisto.
Due parole sul bilanciamento. Nella prova pratica, una volta di più si è dimostrato importantissimo. La posizione del binocolo sulla culla che abbiamo trovato e che lascia un piccolo sbilanciamento indietro è accettabile e, contrariamente a quanto pensavo, non serve prevedere dei contrappesi. Importantissima anche la messa in bolla perfetta dello strumento per non incorrere, con la frizione un po' allentata, nella fastidiosissima rotazione dello strumento in azimut, come già avevo accennato precedentemente. La piccola bolla sul treppiede si è rivelata purtroppo insufficiente per una messa in stazione perfetta del binocolo. Meglio appoggiare una bolla triangolare sulla focella e stazionare di conseguenza.
Infine, stanco dell' ORing che rendeva difficile l' inserimento di alcuni oculari, gli abbiamo tolti entrambi e, nonostante quello che ho scritto inizialmente, gli oculari vengono trattenuti perfettamente dal solo anello di teflon. Chissà come mai non me ne ero accorto subito.
Alla prossima Luna crescente, tempo permettendo, ci sarà da verificare bene la quantità di cromatismo che, da una velocissima prova tra una nuvola e l'altra qualche settimana fa, sembrava più contenuto nel Miyauchi. Niente comunque che mi faccia cambiare idea sulla bontà dello strumento e sulla soddisfazione dell' acquisto.
 
 
I RISCHI CHE SI CORRONO  
Il rischio che si corre con uno strumento del genere, facilmente trasportabile e di buona qualità, è di lasciare sempre a casa il telescopio. Dovendo scegliere (nel mio caso) se fare un piano di scale con 60 kg di materiale da spostare in più viaggi o neanche 15 kg in due viaggi, vien da pensar male...  
 
AGGIORNAMENTO DEL 14 AGOSTO 2011 (foto non disponibili al momento)  
Come dicevo, alcune cose della forcella non ci convincevano così, messo mano al tutto, il binocolo ne è uscito nettamente potenziato nelle sue possibilità:
- innanzitutto è stata messa una piastra di rinforzo alla forcella che l' ha decisamente irrobustita, diminuendo le oscillazioni.
- poi Fabio ha riprogettato l' attacco tra forcella e treppiede che adesso è nettamente migliore. Essendo in plastica, il cuscinetto a sfera non lavorava bene e difatti nella parte sottostante alla forcella si vedevano delle righe di sfregamento. Con il pezzo così rifatto in metallo, il cuscinetto lavora molto meglio e non sfrega. E' stata poi messo un perno da impugnare per avvitare e stringere bene il tutto al cavalletto; la manopola superiore che regola la frizione si può adesso svitare senza correre il rischio di toglierla. Non c'è perciò pericolo, mollando la frizione, di far cadere il binocolo dal trappiede.
Il Nexus adesso sopporta benissimo i 65 ingrandimenti, che prima erano al limite.
Con questi ingrandimenti ne è anche scaturito che questo binocolo non è fatto per i pianeti, contrariamente a quanto mi sembrava inizialmente. Ne ho avuto certezza e conferma paragondandolo ad un rifrattore da 10 cm apocromatico: il residuo acromatico del binocolo impasta troppo l' immagine nei dettagli fini: Giove e Saturno si vedono, ma nell' apocromatico (che costa quasi tre volte di più, beninteso), erano nettamente più dettagliati a parità di ingrandimento.
P.S. A tutt' oggi non ho ancora perso il cappellotto del treppiede...